Frasi al vento.

Lascio che le cose mi portino altrove... Ma l' animale che mi porto dentro non mi fa vivere felice mai si prende tutto anche il caffè mi rende schiavo delle mie passioni Svincolarsi dalle convinzioni, dalle pose, dalle posizioni Meccanici i miei occhi di plastica il mio cuore meccanico il cervello sintetico il sapore meccaniche le dita di polvere lunare in un laboratorio il gene dell'amore Supercalifragilespiralitoso, Autofranitendimento

venerdì 11 giugno 2010

Non facciamoci mettere il bavaglio.

La Repubblica, 11/06/2010
Editoriale, Ezio Mauro.


Una prima pagina bianca, per testimoniare ai lettori e al Paese che ieri è intervenuta per legge una violenza nel circuito democratico attraverso il quale i giornali informano e i cittadini si rendono consapevoli, dunque giudicano e controllano. Una violenza consumata dal governo, che con il voto di fiducia per evitare sorprese ha approvato al Senato la legge sulle intercettazioni telefoniche, che è in realtà una legge sulla libertà: la libertà di cercare le prove dei reati secondo le procedure di tutti i Paesi civili  -  nel dovere dello Stato di garantire la legalità e di rendere giustizia  -  e la libertà dei cittadini di accedere alle informazioni necessarie per conoscere e per sapere, dunque per giudicare.

La violenza di maggioranza è qui: nel voler limitare fino all'ostruzionismo irragionevole l'attività della magistratura nel contrasto al crimine, restringendo la possibilità di usare le intercettazioni per la ricerca delle prove dei reati. E nel voler impedire che i cittadini vengano informati del contenuto delle intercettazioni, impedendo ai giornali la libera valutazione delle notizie, nell'interesse dei lettori. Tutto questo, mentre infuria lo scandalo della Protezione Civile, nato con le risate intercettate ai costruttori legati al "sistema" di governo, felici per le scosse di terremoto che squassavano L'Aquila.

Le piccole modifiche che sono state fatte alla legge (si voleva addirittura tenere il Paese al buio sulle inchieste per quattro anni) non cambiano affatto il carattere illiberale di una norma di salvaguardia della casta di governo, terrorizzata dal rischio che i magistrati indaghino, i giornali raccontino, i cittadini prendano coscienza. Anzi.
La proroga dei termini per gli ascolti, di poche ore in poche ore, è proceduralmente più ridicola che macchinosa. E le multe altissime agli editori non sono sanzioni ma inviti espliciti ad espropriare la libertà delle redazioni dei giornali nel decidere ciò che si deve pubblicare.

Ciò che resta, finché potrà durare, è l'atto d'imperio del governo su un diritto fondamentale dei cittadini  -  quello di sapere  -  cui è collegato il dovere dei giornalisti di informare. Se questa legge passerà alla Camera, il governo deciderà attraverso di essa la quantità e la qualità delle notizie "sensibili" che potranno essere stampate dai giornali, e quindi conosciute dai lettori. Attenzione:
la legge-bavaglio decide per noi, e decide secondo la volontà del governo ciò che noi dobbiamo sapere, ciò che noi possiamo scrivere.
Con ogni evidenza, tutto questo non è accettabile: non dai giornalisti soltanto, ma dai cittadini, dal sistema democratico. Ecco perché la prima pagina di "Repubblica" è bianca, per testimoniare ciò che sta accadendo. E per dire che non deve accadere, e non accadrà. 


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L'intera proprietà del materiale contenuto in questo post è, ovviamente, dell'autore.
Mi sono permessa di "appropriarmene" evidenziando i  passaggi a mio avviso più significativi.
Non facciamoci mettere il bavaglio, gente.
Non consentiamo mai a nessuno di scegliere per noi.
Sempre e comunque libertà d'espressione.

2 commenti:

  1. Concordo con l'autore di quest'articolo e con te: la libertà è una delle nostre maggiori prepogative, tante persone hanno combattuto per conquistarla, e dobbiamo assolutamente mantenerla...

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  2. La coscienza è il primo passo,la lotta per la tutela il successivo. Per difendere con passione qualcosa, infatti, bisogna in primo luogo riconoscerne ed apprezzarne l'importanza. Capire, passaggio che, in questo paese, ci hanno sapientemente "disinsegnato"...
    Instupiditi dai media, disinteressati al mondo reale: sono questi gli italiani?
    Non arrendiamoci a questa spirale fintamente irreversibile, sfatiamo quella che sembra evidenza.
    L'interesse, la libertà, la passione... non sono solo parole, utopie, astrazioni.
    Sono realtà concrete, spiraglio per una riconquista dell'uomo dall'oblio delle coscienze.
    Riprendiamoci ciò che è nostro.
    Riprendiamoci il diritto di sapere.
    No alla censura.

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