Frasi al vento.

Lascio che le cose mi portino altrove... Ma l' animale che mi porto dentro non mi fa vivere felice mai si prende tutto anche il caffè mi rende schiavo delle mie passioni Svincolarsi dalle convinzioni, dalle pose, dalle posizioni Meccanici i miei occhi di plastica il mio cuore meccanico il cervello sintetico il sapore meccaniche le dita di polvere lunare in un laboratorio il gene dell'amore Supercalifragilespiralitoso, Autofranitendimento

martedì 23 novembre 2010

Torpore

Sono assente.

Dal blog, dalla vita,
da me stessa.

In questi giorni mi sento assente, altrove.
Un altrove non meglio definito, grigiastro.
Mi sento intorpidita,
come se  mi stessi preparando
ad un lungo letargo dell'anima
al quale faccio fatica e resistere.


Forse è anche questo maledetto cibo a rendermi così,
troppo o troppo poco non lo so,
non il giusto, questo è poco ma sicuro.

Oggi piccola crisi bulimica,
non me ne capitavano da un po',
mi brucia la gola e non solo quella .

Mi brucia questa staticità,
quest'incapacità di controllarmi,
questo stesso torpore,
che non è pace.

E la pace la vorrei,
una pace serena,
mobile,
di gioia.
Non questa quiete
che è tempesta.

C'è un gran temporale, qui.
Guardo i fulmini dalla finestra,
sento i vetri tremare ad ogni tuono.
Sono carica di elettricità,
le strade sono due:
condensarla o esploderla.







Vi abbraccio forte,
Aspera.

giovedì 11 novembre 2010

Brindo con un the.

5 minuti.
Bastano soli 5 minuti a far precipitare una situazione.

Ecco, 5 minuti fa ero in camera da pranzo, intenta a sorseggiare un the caldo accompagnato da 3 biscotti semplici.

Mangia, cerca di controllarti ma non privarti di nulla.
Ci ho provato.

Passa mio padre,
mi guarda,
ghigna:  "Mi sembri una gallina, mangi continuamente".

M'irrigidisco, incasso il colpo, cerco d'ignorarlo.

Si aggiunge mia madre:
"Perché fai colazione ora?".
- " Perché mi va, 3 biscotti non hanno mai ucciso nessuno".
"Però è vero che mangi sempre, a me va bene, figurati.
Ma se ingrassi di nuovo che succede?".
- " Non te ne sei mai interessata, perché cominciare ora?
Comunque mi avete fatto passare l'appetito, grazie".
" Bevi il the però, è acqua, quello puoi".                           (Sbaglio o è malcelata e cattiva soddisfazione quella che vedo in quegli occhi?).

Nessuna risposta,
mi sono alzata e me ne sono andata.
" Certo che sei proprio strana".
Grazie, ne sentivo la mancanza!

Stamattina altra scena simile.
Era in onda la trasmissione su Rai uno alla quale ho fatto riferimento qualche ora fa (nel piccolo box messaggi a lato dei post) e, non posso nasconderlo, mi ha agitata non poco.
I miei, da un altro televisore, seguivano lo stesso programma, e io tremavo in camera.
Sarei voluta correre in salotto, staccare la spina, buttare il televisore alla finestra.
Gli indizi erano troppi, l'ombra dei miei disturbi gigantesca.
Non volevo che capissero, non volevo che vedessero.

Beh, nessun pericolo.
Sospiro di sollievo, si.

Pochi minuti più tardi a pranzo mia madre esordisce:
"Ecco perché la tua amica mangia tanto!                                                        
Poverella è bulimica, non è colpa sua se mangia tanto e se si è ridotta così".

Poverella, già.

Onore e gloria al pietismo,
lunga vita alla cecità.

In alto i calici,
brindiamo a questa nausea galoppante.
Con del buon the, però.

Mi viene da vomitare.

domenica 7 novembre 2010

Buco nero.

Care ragazze,
se ancora una volta avrete la pazienza di stare a sentire i miei ammorbanti discorsi,
vi racconterò come sono andati questi giorni.

Col cibo non va bene,
affatto.
Mangio in continuazione,
poi digiuno,
poi ancora mangio.

Alla bilancia non voglio avvicinarmi,
conosco il responso senza bisogno di avvilenti verifiche.

Mi sento in una situazione di totale di non equilibrio.
Gli occhi lucidi sono una costante, ormai.

"Perché?", mi chiedono.
Non lo so.
"Perché?", mi chiedo.
Lo so ancora meno.

C'è qualcosa che non va dentro di me,
ho un buco nero al centro del petto che mi succhia tutta
l'energia vitale, l'allegria.

E' come se ci fosse un mostro nascosto nel buio che ruba i miei sogni, la mia fantasia, senza che io riesca mai a vederlo in faccia.

Perché non riesco ad essere felice?
Me lo chiedo sempre,
non mi rispondo mai.