Frasi al vento.

Lascio che le cose mi portino altrove... Ma l' animale che mi porto dentro non mi fa vivere felice mai si prende tutto anche il caffè mi rende schiavo delle mie passioni Svincolarsi dalle convinzioni, dalle pose, dalle posizioni Meccanici i miei occhi di plastica il mio cuore meccanico il cervello sintetico il sapore meccaniche le dita di polvere lunare in un laboratorio il gene dell'amore Supercalifragilespiralitoso, Autofranitendimento

mercoledì 11 agosto 2010

Partire è un po'.... rinascere o morire?

Care ragazze,
starò via per un po'.

Vacanza, giàgià..

Forse ho bisogno di staccare la spina, di allontanarmi dalla quotidianità.

Forse mi farà bene o forse no, lo scopriremo solo al rientro.

Il desiderio è quello di non partire solo con il corpo ma di lasciare andare, per una volta, anche la mente.

Se mi sarà possibile farà una scappata tra i blog a vedere come state,
sicuramente più di un pensiero andrà a voi.

Vi lascio nuovamente e ben in evidenza la mia mail

astra_aspera@yahoo.it

nella speranza che qualcuna voglia passare a fare un saluto o  a dirmi come va.

State bene ragazze, un fortissimo abbraccio a tutte.
A presto.

lunedì 9 agosto 2010

Dissociazioni illogiche.

Giornata da bollino nero.
Isterica.
Famelica.
Incazzata.
Con me stessa in primo luogo, oggi non faccio altro che mangiare.
Più mi faccio schifo e più fagocito schifezze.
Idiota.
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Comequando mi fischiano le orecchie.
Comequando vedo nero.
Comequando la pasta.
Comequando la nausea.
Comequando Sartre.
Comequando l'esistenza.
Comequando la non esistenza.
Comequando il buono.
Comequando i fiori del male.
Comequando i fiori di neve.
Comequando la neve in agosto.
Comequando chiudo la finestra.
Comequando odio il sole.
Comequando amo le stelle.
Come quando le stelle cadono.
Comequando esprimo un desiderio.
Comequando la legge di attrazione.
Comequando la repulsione.
Comequando vorrei essere aria.
Comequando sono a corto d'aria.  
Come quando rantolo. 
Comquando i sinonimi.
Comequando i contrari.
Comequando amo le parole.
Comequando odio me.
Comequando sprofondo. 
Comequando il 15° piano.  
Comequando il panorama.
Comequando le vertigini.
Comequando cado.
Comequando digiuno. 
Comequando mangio.
Comequando vomito. 
Comequando le associazioni (il)logiche.
Comequando mi dissocio.
Comequando sono illogica.
Comequando mi fingo logica.
Comequando vivo.
Comequando scrivo.

Satana è all’inferno per te. Ed è più moderno di te. Avremo divani fondi come tombe. Stando a quanto dice Baudelaire. Cristo muore in croce per me. Pietro brucia in croce per te. Santa è la bellezza. Tanta è la paura. Fai come faceva Baudelaire. Pasolini è morto per te. Morto a bastonate per te. Nello stesso istante. In qualche altra spiaggia. Si è fatto l’amore. Uniti contro il mondo. E’ necessario credere. Bisogna scrivere. Verso l’ignoto tendere. Ricordati Baudelaire. Caravaggio è morto per te. Luigi Tenco è morto per te. Nei fiori dei campi. Vive Piero Ciampi. Bisogna studiare Baudelaire. Saffo s’è ammazzata per noi. Socrate suicida per noi. Vivere per sempre. Ci vuole coraggio. Datti al giardinaggio dei fiori del male. E’ necessario vivere. Bisogna scrivere. All’infinito tendere. Ricordati Baudelaire. Baudelaire. Yeah.

mercoledì 4 agosto 2010

Amante.

Vivo una doppia vita.

L'una sommata con l'altra non da la metà di quella che vorrei vivere.

Io, comunque, esisto unicamente nei punti di divergenza e di contatto tra questi due micorcosmi:

il primo è stupido, fintamente istintivo, vuoto.

Il secondo è buio, umido, doloroso.

Il primo mi fa fare dei giri in motorino con un freddo che, nonstante la stagione, si mantiene considerevole.
Il primo mi fa urlare, indignare e sorridere per le cose più piccole, per quelle più stupide.

Il secondo mi fa pensare, mi fa odiare me stessa ed amare l'arte, rifiutare l'orrore ed amare il bello.
Il secondo mi fa piangere, vomitare, graffiare, ferire.
Il secondo mi fa trovare, al mio ritorno a casa, queste parole scritte nel vento,
forse per il vento, forse per me:

" Devi morire,
con tutto il mio eterno disprezzo". 

Si accettano scommesse su quale sia la mia vita vera e quale sia l'amante.
Amante bastarda, puttana come la vita vera.

Lascia in bocca un sapore amaro
ogni sera quando torno alla vita
ogni sera quando torno a casa.

lunedì 2 agosto 2010

Tela grezza.

Avete presente i sacchi in tela grezza?
Quelli ruvidi al tatto e insignificanti alla vista.
Brutti, sporchi, inorformi.
Emblema di un passato rurale del quale segratemente ci vergognamo. 
Quelli sgraziati, vecchi e impolverati, il cui solito destino è quello di giacere pigri e abbandonati in qualche remoto magazzino.

Immaginatene uno pieno di grano, di caffè o di ciò che volete.
Di aria, illusioni e stronzate, se preferite.

Quel sacco sono io.


Quel sacco, come tutte le cose sono vecchie che non godono fascino di essere retrò, è abbandonato a sè stesse, soggetto al logorio della vita quotidiana, alle intemperie, all'alacre rosicchiare dei topi.

Dai buchi, dalle crepe, dalle lacerazioni, il contenuto fuoriesce a fiotti.
Nessune se ne curerà.
Niente di buono, niente di cattivo.
Niente.
Quei sacchi non valagono niente, ciò che contengono ancora meno.

" E' evidente che tu non piaci, che non vai bene".
Analisi acuta, millemila punti.

Nononono e ancora no.
Respinta al mittente.

Un sacco tutto rotto chi lo vuole?
Io non mi vorrei.


Sono... ma non abbastanza.
Sarebbe meglio che non fossi affatto.

Non è una caduta, è una picchiata.

Meno per meno non fa più.
Fa meno al quadrato
e a me fischiano le orecchie a furia di precipitare.
 









Ho bisogno di  una ragione per sorridere.