Frasi al vento.

Lascio che le cose mi portino altrove... Ma l' animale che mi porto dentro non mi fa vivere felice mai si prende tutto anche il caffè mi rende schiavo delle mie passioni Svincolarsi dalle convinzioni, dalle pose, dalle posizioni Meccanici i miei occhi di plastica il mio cuore meccanico il cervello sintetico il sapore meccaniche le dita di polvere lunare in un laboratorio il gene dell'amore Supercalifragilespiralitoso, Autofranitendimento

giovedì 9 dicembre 2010

Forza di gravità

Pochi minuti fa ho fatto, involontariamente, una costatazione che, nella sua cruda semplicità, mi ha lasciata tramortita per diversi minuti prima che potessi riavermi del tutto.
Io non mi guardo.

Non  guardo più il mio corpo allo specchio, vestito o spogliato che sia, da davvero molto tempo.
Non mi guardo ma lo sento, ogni giorno più sformato, enorme. Ancora.

Ed è per questo che non mi guardo, perché so cosa troverei,
perché sento l'inutilità del mio grasso che mi avvolge.

Fa schifo, si. Fa schifo davvero.

E tutto questo perché ho deciso nuovamente di provare  a stare bene,
a smetterla di digiunare,
a smetterla di vomitare.

E questo perché, ancora una volta,
ho confuso la fame con l'eccesso,
la salute con la bulimia,
la vita sana con la malattia.

Puoi scappare ma non puoi nasconderti.
Corro in cerchio,
giro sempre più freneticamente intorno ai miei problemi
ma non riesco mai scappare via.

C'è una forza magnetica che mi risucchia alla malattia
con effetto uguale e contrario
più cerco di allontanarmi più mi attira a sé.

Risultato?
Un corpo talmente doloroso da essere diventato per la mia mente invisibile, irrilevante, inesistente.

E ancora, ancora, ancora quest'irrefrenabile voglia di strapparmi via la carne dalle ossa a mani nude.

Ancora. 

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Sono pensieri malati, lo so, e mi fanno paura,
ma sento un'infezione che mi rode dentro.
Vorrei non dover mangiare mai più,
vorrei smetterla con quest'inferno fatto di ossessioni,
abbuffate e vomito.

2 commenti:

  1. Grazie di essere passata. Spesso confondiamo la malattia con lo star bene. E' quasi un'abitudine, un copmortamento che la nostra mente crea. Ma niu POSSIAMO rompere questa abitudine. Io ci sono sempre e sono smepre pronta a sostenerti. Un abbraccio forte forte

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  2. La malattia è la nostra quitidianità. Guai a sgarrare, ci diciamo, e ci troviamo inadeguate verso ciò che ne è al di fuori, cioè dove c'è vita.

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