Le percezioni alterate, il distacco dal mondo, la sostanziale distanza da ogni cosa.
Scotto di un'ardita scampagnata sui monti con pioggia e vento,
uno scotto che pago volenteiri, però.
Ieri ho capito che lui, no, nemmeno lui fa per me.
Ho il giusto distacco, ora, per capirlo davvero.
Ebbene si, confesso, c'è di mezzo un lui,
o meglio avrebbe potuto esserci.
E' da un po' che mi gironzola intorno,
che si apposta fuori dalle mie aule di lezione,
che mi fa lunghe telefonate piene di stupide carinerie.
Mi guarda, mi sorride.
Gli sorrido.
Poi il sorriso mi si congela in faccia e con lui anche il cuore.
Bah, sarà che non sono abituata alla gentilezza ma non gli credo.
Lo odio di cuore quando si ostina a ripetere "Sei bellissima".
Odio la sua ostentata allegria,
la sua leggerezza di sentimenti,
la facilità con cui, veri o no, li esterna.
E io che non sono bellissima,
che non ho facilità di cuore
né il suo chiassoso buonumore,
ho capito che tutto questo non fa per me.
Fidarsi?
Aprirsi?
Rischiare?
LASCIARSI ANDARE?
Giammai!
E torno a non capirmi,
a non capire come sia possibile conciliare quest'irrazionale fobia verso il prossimo,
specie se di attitudine benevola,
alla necessità vitale che avverto di abbattere la separazione tra me e il mondo.
Tra me e i miei sentimenti non c'è un muro
ma un vetro infrangibile.
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