Frasi al vento.

Lascio che le cose mi portino altrove... Ma l' animale che mi porto dentro non mi fa vivere felice mai si prende tutto anche il caffè mi rende schiavo delle mie passioni Svincolarsi dalle convinzioni, dalle pose, dalle posizioni Meccanici i miei occhi di plastica il mio cuore meccanico il cervello sintetico il sapore meccaniche le dita di polvere lunare in un laboratorio il gene dell'amore Supercalifragilespiralitoso, Autofranitendimento

lunedì 31 maggio 2010

Fagocitando l'anima.

Oggi ho mangiato troppo.
Un panino enorme, ripieno di non so cosa.
Non voglio neanche saperlo.
Mi faccio schifo.

Tanti sforzi vanificati un 15 minuti.

L'ho fatto perché le soluzioni erano due: rispondere all'impulso di disgusto e rifiutarmi di mangiare quell'assurdità oppure soffocare la nausea col cibo.

Troppi occhi addosso e per un attimo l'illusione che, infondo, non sarebbe stato poi un problema.
Il cibo, forse, poteva colmare un po' di vuoto, almeno un po'.
Stupida, eh?



Stamattina ho fagocitato l'anima,


stasera cercherò di vomitarla.

domenica 30 maggio 2010

Il Palloncino Bianco.

Credete nei segni?
Nei segnali?
Nel fato?
Forse inizierete a farlo a breve.

Oggi mi è successa una cosa incredibile davvero.

Ero davanti alla stazione, aspettando che il treno arrivasse e mi portasse via.
Stavo uscendo dalla macchina quando allo specchietto del veicolo affianco resta arpionato qualcosa.
Un palloncino bianco con un lungo nastro lucido, bianco, a cui è legato un bigliettino arrotolato.

Complice il giorno festivo e la controra, nessuno in zona.
Mi sono avvicinata allo strano oggetto, ho slegato con cura il bigliettino e l'ho aperto attenta a non far scappare via il palloncino.
Sul foglietto a carta quadrettata una mano infantile ha scritto:

"In questo giorno così speciale per me desidero che i miei cari mi stiano vicina e che mi guidino lungo il cammino che sto per iniziare. Dammi la forza, Arianna".

Sono rimasta ferma un minuto, immobile.
Il biglietto aperto in una mano il palloncino saldamente stretto nell'altra. 
Il cuore, inspiegabilmente, un battito indietro.
Ho pensato di portare con me quel piccolo, insperato tesoro.
Riscossami dal torpore ho realizzato che no, non potevo strozzare quel desiderio, non dovevo fermare quella preghiera della quale, chi sa come, chi sa perché ero stata chiamata testimone.
Ho arrotolato con cura il foglietto e l'ho stretto saldamente al filo.
Un ultimo sguardo e ho lasciato la presa, ammirando dal basso la piccola macchia bianca danzare incerta nel cielo, urtare contro l'edificio della stazione per poi riprendersi e scivolare sorretta dal vento in alto.

Complice la piccola Arianna, forse alle prese con un matrimonio o con la sua prima comunione. 
Il vento. Il caso.
Un palloncino bianco.

Ringrazierò tutti loro per questo momento 
surreale, irripetibile.
Catartico.
     


Sunday Morning.

Giornata di sole, 
una delle tante di questa stagione.
Giornata in cui non pensare,
non soffrire, non ricordare.
Oggi più che mai.

Giornata in cui prendere il treno
e scappare,
sperando che i pensieri, 
come si dice per le bugie,
abbiano le gambe corte.

E se anche i pensieri, 
come credo,
correranno più veloce del treno
e mi aspetteranno fedeli in stazione,
spererò di essere un'attrice
abbastanza brava da 
autoilludermi di essere serena. 

Ci sono giorni in cui pensare fa male,
altri in cui semplicemente uccide.

In questi due dì di assenza non è accaduto nulla di particolarmente memorabile se non l'ennesimo confronto con la mia innaturale timidezza, superato se non con un pareggio devo dire almeno con un'onorevole sconfitta.
Ne sono fiera. Ieri digiuno praticamente totale ma non ho affatto fame. Mi sento piena, gonfia come dopo l'ennesimo sgarro. Se possibile bisserò, si dice che il digiuno elevi, purifichi e fortifichi e io sentirei più che mai il bisogno di essere un po' meno fragile. Oggi, come detto sopra, andrò fuori. Spero che il sole abbia voglia di splendere anche per me, oggi.


Domenica mattina
Domenica mattina
fa entrare l’alba
è solo un’inquietudine
al mio fianco
Albeggia presto
domenica mattina
sono solo gli anni sprecati
che incalzano
Attento, il mondo è alle tue spalle
intorno ci sarà sempre qualcuno
che ti chiama
non è niente
Domenica mattina
e sto cadendo
ho una sensazione
che non voglio sapere
Albeggia presto
domenica mattina
sono tutte quelle strade che hai attraversato
non molto tempo fa
Attento, il mondo è alle tue spalle
intorno ci sarà sempre qualcuno
che ti chiama
non è niente
Attento, il mondo è alle tue spalle
intorno ci sarà sempre qualcuno
che ti chiama
non è niente
Domenica mattina.

giovedì 27 maggio 2010

Vergogna.

-" Ti ho sempre sostenuta ".
_" No ". 
- " Si invece, sono sempre stata felice quando le cose ti sono andate bene".
_ " Ecco appunto, e quando invece sono andate male? ".
- "...".
_ " Non preoccuparti, è una reazione umana provare repulsione ".
- " E' per questo che cerco di fermarti, per evitare che gli altri conoscendoti provino la stessa sensazione di repulsione che provo io. E' per il tuo bene ".
_ " ... Grazie Mamma, grazie davvero ". 

Ti provoco tanto disgusto solo guardando la superficie, figuriamoci se sapessi vedere oltre... tanto amore scalda il cuore. 

La splendida conversazione, avvenuta solo cinque minuti fa mi ha riportato alla mente un interessantissimo video andato in onda ieri pomeriggo su Rai 3 nel corso di "Le storie", brillante trasmissione di Corrado Augias.
Dite quello che volete ma l'intelligenza di quest'uomo, dall'alto dei suoi ottantatre anni, è più che mai affascinante.

Tema della puntata:
La Vergogna.                                                                          

Ospite: Marco Belpoliti

Perchè ci vergognamo?
Perchè a volte non lo facciamo pur avendo buoni motivi?  

Allego il link con la puntata,                                                                                      La vergogna.
consiglio a tutti la visione.


mercoledì 26 maggio 2010

Ferma un giro

Non rimproverarmi per la mia malinconia
quando tu stesso freni ogni mia risata.

Non disprezzare il mio silenzio
per poi maledire ogni mia parola.

Non rimprovere il mio malessere
solo per esorcizzare il tuo.

Non inorridire se quello che vedi
non è ciò che ti piace.
                                                                                           
                                                                         "L'hai fatto ancora...".
                                                                                      "Si, allora?".
Non ho voglia di parlare,
tanto è chiaro che a te non va di ascoltare.
Mi fa male la gola a forza di urlare.
E oggi non combatto.

No, Grazie,
sto ferma un giro.
Sto.

martedì 25 maggio 2010

Aspettando Il Giorno

Un giorno avrò qualcosa di bello da raccontarvi.
Le cose andranno meglio e sarò felice.
Un giorno mi sentirò amata e sarò capace, se non di amarmi, almeno di rispettarmi.
Non avrò più paura e smetterò di nascondermi,
non vorrò più sparire, non dovrò più tacere.
Smetterò di fare i conti con i miei limiti e farò pace con me stessa.
Le lacrime non faranno male.
Mi chiederò scusa per tutto il male auto inflitto
e chiederò perdono per quello dato.
Quel giorno spiegherò perché.
Quel giorno lo specchio rifletterà un immagine che non fa paura,
senza odio, disgusto e dolore,
solo una ragazza sorridente, felice e bella.
Bella si, perché sotto tutta questa merda,
io sono una bella persona.

Scrivo, gemo e piango.
Tutto é buio  in questa stanza.
Aspettando Il Giorno.  

Montagne e Formiche

Eccoci qua,
nuovo giorno, ancora influenza ma febbre meno alta.
Lo sbalzo umorale di ieri è andato via insieme ai decimi di febbre.

E si torna al lavoro, a chiamare al telefono persone che non risponderanno mai,
a cercare contatti che nessuno vuole realmente.
A ritagliare rapporti di carta, la mia specialità.

Dall'altra parte della cornetta, con tono vagamente curioso "Signorina, che voce strana! Non sta bene? ".
" E' solo un po' d'influenza fuori stagione" mi sento rispondere.

Già. Solo un po' d'influenza fuori stagione.
Buffo come mia madre ami così tanto darmi addosso, come in questo preciso momento, ricordandomi tutto quello che faccio, non faccio o che dovrei fare meglio.
Buffo come la gente noti sempre le formiche e non veda mai le montagne.
Forse perché dietro una montagna ci si nasconde meglio che dietro una formica, chi sa.

Torno al mio "vil lavoro".

lunedì 24 maggio 2010

Etciù

Attenzione: Post (semi) demenziale. Alto pericolo per la salubrità mentale.


Il sole splende, gli uccellini cantano e le colline sono in fiore in questa splendida giornata primaverile.

E ti pareva che io, genio della lampadina, non mi beccavo una meravigliosa febbre?

Naso sgocciolante, occhi pesti e voce a dir poco virile. Si, decisamente molto sexy.

Questa volta mi sono davvero superata, sono riuscita a beccarmi l'unico virus influenzale non ancora morto di caldo, è un record!

Io e il mi superbamente splendido pigiama tragicomico, insieme con il pacchetto di clinex vi salutiamo e ce ne andiamo a starnutire un po'.

Superfluo dire che un messaggino di conforto sarebbe di grande aiuto nello scacciare il germe invasore( vorrei poter dire che è la febbre a parlare, ma purtroppo sono così al naturale).

Vi saluto, Etciù.


Il tempo è incerto, gli amici se ne vanno.

Il tempo è incerto, come me.
Non ho voglia di studiare, di leggere, men che meno di restare ferma.
E qui ci riconduciamo al tema madre: che fare?
Uscire, andare, dove?
Gli "amici" non ci sono. Ottenuto lo scopo della canonica passeggiata del sabato puntuali spariscono tutti, si dissolvono prima che tu possa dire "Vaffanc...".
C'é chi non sa, chi intuisce e chi finge di non capire, tutti se ne fregano, tutti se ne vanno.
Due risate, parole vuote, sentimenti annacquati e Bon, ci vediamo il prossimo sabato per ripetere il rituale.
Domenica, primo pomeriggio, che fare?
Parlo a un computer, all'aria, a te ce forse stai leggendo e ti dico cio' che nessuno sa.
Ti dico che la mia tanto amata solitudine, oggi fa male.
Ti dico che vorrei per una volta sentirmi, non dico capita, ma accettata.
Momento di debolezza, scivolo dalle posizioni, lo so.
Ma é proprio di questo che parlo, accettata da me prima ancora che da te.
Ti dico che  " a modo mio, avrei bisogno di carezze anch'io, a modo mio, avrei bisogno di sognare anch'io. ".
Che oggi il freddo mi rompe le ossa.
Sento, si, sento ancora qualcosa, ma é solo gelo.
Amata, maledetta solitudine, sai che facciamo?
Stasera andiamo a teatro.
Io a fingere che tu non ci sia,
tu per un momento a volare lontano.
Spero di trovare i biglietti.
   

sabato 22 maggio 2010

Maledetta, fottutissima testa.




Non riesco a vomitare.

Perché questo mi porta (ulteriore) agitazione?

Perché tutti non perdono occasione di dire la loro a s-proposito?

Perché dirmi: "Stai bene con quel chiletto in più"-oppure-"Io, fossi in te, lo perderei  subito".
                                                                                                               


                                                                                                                    Rilassati, non sei me, quindi taci.
Perché non riesco a esserne felice?

Maledetta, fottutissima testa.

venerdì 21 maggio 2010

Microchip emozionale

21 Maggio 2010- Microchip emozionale




Serve coraggio per tutto, in primo luogo per non agire, per riflettere, per sperare.


La sola idea di passare dal pensiero all'azione, poi, è un atto estremo, che produce uno

strappo irrimediabile tra realtà e desiderio.



Volere è un conto,
avere è totalmente un altro paio di maniche.

Non sto parlando del desiderio istintivo, atavico, non pensato.
Sto parlando del desiderio ragionato, quella sottile forma di tortura mentale sulla quale si ricama ore ed ore, logorandosi nell'attesa.

Quando IL giorno arriva, poi,
è la fine.

L'aspettativa è la più infida delle amiche: ti tiene inchiodato a un obiettivo (prefisso poi in virtù di cosa?) e lo contorna con uno stato di panico autentico, ti sussurra all'orecchio grandi promesse e ti fa tremare alla sola idea di un fallimento.

E così il giorno, il momento, l'attimo è bello che andato.

E tu dov'eri?
Non viverlo, certo, ma piuttosto a pensare come fosse più giusto viverlo.
Troppo concentrato a interpretare segni e scongiurare errori per impedirti di commetterne.

Perché non mi è possibile solo essere?

Perché mi è così impossibile vivere?

Sogno una carne sintetica, nuovi attibuti e un microchip emozionale.  

giovedì 20 maggio 2010

Cantastorie

20 Maggio 2010- Cantastorie




Giorno zero di questo viaggio.



Il giorno della partenza è sempre un gran casino, tra valige che attendono di essere chiuse e oggetti inutili che non chiedono altro che essere dimenticati. E' questo il giorno in cui speri, e aspetti.

Pensi con una nota di angoscia alle lunghe ore di tragitto e a pregusti con ansia ed anticipazione l'agognata meta.

Chiudendo l'ennesimo borsone ripensi a ciò che esso contiene, alla storia di ogni singolo oggetto e a come esso ti accompagnerà nella nuova vita che ti aspetta, altrove.



Nella mia borsa cosa c'è?

Un caos di spartiti, che il caso ha mischiato tra loro partorendo composizioni illogiche, melodie dissonanti ed irripetibili.

E poi fotografie, volti sbiaditi per ricordi brucianti.

Libri consumati, profumati di quell'odore di carta ingiallita che per me è casa.

Carta e penna, per cercare di arrestare la vita.

E mille pagine già scritte, strasbordanti d' inchiostro nero,

ricolme di segreti oscuri

che odorano di benzina.

Porto con me anche i fiammiferi, non si sa mai che durante il viaggio non si renda necessaria l'esplosione.

C'è tutto, penso forzando un po' l'ultima cerniera lampo, e quello che manca verrà da sé.

E' giunto il tempo di andare.

Canzone del giorno:


She would never say where she came from

Yesterday don't matter if it's gone

While the sun is bright

Or in the darkest night

No-one knows

She comes and goes

Good-bye Ruby Tuesday

Who could hang a name on you?

When you change with ev'ry new day

Still I'm gonna miss you

Don't question why she needs to be so free

She'll tell you it's the only way to be

She just can't be chained

To a life where nothing's gained

And nothing's lost

At such a cost

Good-bye Ruby Tuesday

Who could hang a name on you?

When you change with ev'ry new day

Still I'm gonna miss you

There's no time to lose, I heard her say

Cash your dreams before they slip away

Dying all the time

Lose your dreams and you

Will lose your mind

Ain't life unkind

Good-bye Ruby Tuesday

Who could hang a name on you?

When you change with ev'ry new day

Still I'm gonna miss you.