Ho paura
e non è da me.
Ossessioni su ossessioni,
anche la ricerca della felicità è potenzialmente fatale,
soprattutto nel suo essere costantemente infruttosa.
Perciò per un po' lascerò che sia la malattia con la sua piccola finta gioia a guidarmi.
Non è tempo di cercare un'equilibro reale, adesso.
Non è i momento di raccontarsi favole.
Dopo l'altra sera ho bisogno di una seppur sintetica serenità e l'unica cosa che può darmela ora è... beh, continuare a sbagliare.
Perciò ben vengano i giramenti di testa, l'alimentazione inesistente e tutte le care vecchie abitudini.
Bentornati cari fantasmi, forse non ve ne siete mai andati.
Per quante cose non è tempo,
per quante non ha mai smesso di esserlo.
Ieri notte ho iniziato a leggere La solitudine dei numeri primi, di Paolo Giordano .
Questo libro mi ha sempre suscitato una forte sensazione di paura,
una paura talmente forte che avevo deciso di affrontarla.
Io e la mia mania di affrontare le cose,
di aggredire le mie paure con le urla
per ricevere puntualmente sberle.
Può un libro fare paura? Si, se la propria vita ha lo spessore di un foglio di carta.
In un quello che mi è parso un lungo secondo ho letto la prima cinquantina di pagine pagine,
poi ho iniziato a piangere.
Ho chiuso il libro e l'ho affidato al buio dell'ultimo cassetto della libreria.
Nascosto nel buio anche lui, non è il suo momento.
Questo è il fallimento dei numeri primi.
Nascondendo il cibo nelle tasche, nel tovagliolo, sotto il tavolo, mi illudo di nascondere me stessa, di proteggermi dal mondo e da me stessa.
I numeri sulla bilancia scendono veloci e con loro, per uni istante, sembrano calare tutte le mie angosce, i miei problemi, le mie piccole miserie quotidiane.
Per un istante fingerò di crederci,
e andrà bene così.
Non è una favola, né un incubo né tantomeno una storia. Vita al fianco dei DCA, delle paure e dei sogni, più o meno vivi, più o meno infranti. Senza melodrammi, senza freni. La delicatezza delle tematiche affrontate mi costringe a chiarire sin da ora che la finalità di questo sito non è né indire processi né concedere assoluzioni. Sono stanca di giudici e santi, Grazie.
Frasi al vento.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Non lasciare che la felicità di un morso non dato, di qualche caloria in meno ti impediscano di raggiungere quello che è la vera felicità....Ne puoi uscire, puoi recuperare te stessa ma non se dai tutta questa parte di te al mostro...non se smetti di lottare.
RispondiEliminacomplimenti per il blog, lo trovo profondo. La ricerca della felicità porta spesso a delusione e soprattutto noi che soffriamo di dca, rimaniamo scottate più di tutti. Un abbraccio :*
RispondiElimina