In bilico tra stato di grazia e baratro,
su una corda ben tesa ma incredibilmente sottile.
Questo è ciò che sono,
che sono sempre stata e che sempre sarò.
Una funambola
continuamente di scena.
In questo circo è caro il biglietto
e lo spettacolo non ha mai fine.
Il pubblico pagante non mostra interesse per i miei goffi volteggi
se non quando do segno di stare per cadere.
Allora si che lo sento,
che si contorce, geme, strepita.
Ogni volta che, non si sa come, riacquisto confidenza con la corda lo sento sospirare dal basso,
quasi deluso di non aver goduto fino in fondo lo spettacolo.
E aspetta.
Aspetta, si, che io proceda con passo malfermo tra gli antpodi di questa vita sospesa.
La stasi non è conteplata
perché tutto è oscillazione continua.
Ma chi sarà mai quest'onnipresente e vociante platea?
Non lo so, provo a chiederlo alle centomila voci che mi scoppiano dentro
ma parlano tutte insieme senza che io possa compredere una sola parola.
Manco più che mai di leggerezza,
di grazia,
d'incanto.
Che paura e che voglia di lasciarsi cadere.
Che curiosa tentazione quella di scoprire cosa si cela dall'altra parte del filo.
Non sono mai stata brava a mantenere una qualche sorta di equilibrio.
Non è una favola, né un incubo né tantomeno una storia. Vita al fianco dei DCA, delle paure e dei sogni, più o meno vivi, più o meno infranti. Senza melodrammi, senza freni. La delicatezza delle tematiche affrontate mi costringe a chiarire sin da ora che la finalità di questo sito non è né indire processi né concedere assoluzioni. Sono stanca di giudici e santi, Grazie.
Frasi al vento.
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" Come funambolo barcollo
RispondiEliminasul filo teso della vita.
Sotto di me
solo voragini
ma senza rete
avanzo
intrepida
verso la sponda
che mi salva".
Salvina Albanese
In bilico ci siamo ogni attimo, e quando non e' colpa nostra e' senz'altro colpa dello svolgersi della vita.
Noi siamo e saremo sempre senza rete, vittime di un equilibrio precario che solo il nostro spirito di conservazione, il nostro amor proprio, se non la forza della disperazione, ci permettono di superare.
Hai descritto efficacemente la precarieta' dell'esistenza...
Non dobbiamo lasciarci spaventare da quelle voragini senza rete che minacciano il nostro malsicuro andare, dobbiamo stringere i denti e con intrepido entusiasmo proseguire.
L'esistenza umana e' sottoposta a leggi sconosciute, chiamate anche destini, che costringono a scegliere pianure, vette, abissi...e sono questi ultimi a farci barcollare su un filo teso, sotto una spada di Damocle, con la speranza di sormontare il pericolo e salvarci sull'altra sponda....anche se la tentazione di lasciarsi andare si insinua con prepotenza in noi.
Serve un enorme coraggio per ripartire alla ricerca di cosa si cela dall'altra parte del filo.
Solo la nostra forza fa guardare avanti, verso la sponda di sicuro approdo.
Pensiamo sempre di non essere mai abbastanza brave...tutte quante.
Ma non e' così.
Grazie per avere espresso la tua opinione nel dibattito in corso sul mio blog...anche se lo bazzichi da poco...e hai dimostrato che almeno una sorta di equilibrio la possiedi...nell'esposizione di cio' che pensi...
Ti mando un abbraccio fortissimo!!!
Dona
Sotto quel filo ci sono le urla di quelle voci, sempre più forti, sempre più forti, assordanti, che ti spaccano i timpani e poi nient'altro solo silenzio, perpetuo, infinito, per sempre.
RispondiEliminaSolo buio.